Nudi al ristorante: vi racconto la mia pazza cena al locale naturista di Parigi

You are watching: Nudi al ristorante: vi racconto la mia pazza cena al locale naturista di Parigi in Game AVEC

A novembre vi avevamo segnalato l’apertura a Parigi di O’Naturel, il primo ristorante naturista di Francia dove tutti mangiano completamente nudi. La notizia aveva generato più di mille commenti, di cui gran parte esprimeva dubbi sull’igiene nel locale o curiosità per i piatti in menù.

Qualche giorno fa mi trovavo a Parigi a far visita alla mia ragazza – che qui chiamerò “La Sirenona” – e siccome nella testa riecheggiavano ancora forte le vostre perplessità sul ristorante naturista, ho pensato bene di prenotare un tavolo e vivere l’esperienza in prima persona.

Adesso vi racconto com’è andata, ma prima chiamo un applauso per la Sirenona, che ha accettato di accompagnarmi in questa simpatica pazzia. Per entrambi è stata la prima volta nudi in pubblico. E vi dirò: è andata meglio di quanto credessimo.

Il ristorante si trova in rue de Gravelle 9, nel 12º arrondissement, e si affaccia sulla via in maniera molto discreta. È aperto la sera da martedì a sabato e bisogna prenotare.

Giunti sul posto citofoniamo e ci apre Mike, che con il fratello gemello Stephane è sia proprietario che responsabile di sala. Dopo averci accolto, Mike richiude a chiave la porta di ingresso: siamo dentro.

Ci troviamo in uno stanzino con due varchi coperti da spesse tende blu: uno dà sulla sala, l’altro sul guardaroba. Ritirate le ciabattine, sigillate come negli hotel, entriamo nel guardaroba che è in realtà uno spogliatoio, dove Mike ci dice di togliere tutti i vestiti e depositarli negli armadietti, telefoni compresi.

Inoltre ci dice che siamo fortunati, perchè quella è una serata speciale. In sala c’è una troupe televisiva che sta realizzando un servizio sul naturismo e per l’occasione metà dei tavoli è occupata da membri dell’associazione naturista di Parigi.

Ci dice anche di non temere per la nostra nuda immagine, garantendo che nessuno ci avrebbe ripreso senza il nostro consenso. La Sirenona comunque mi guarda male.

Anche lo spogliatoio è collegato alla sala da una tenda blu, e mentre ci spogliamo in preda alle risatine isteriche spunta un signore, nudo come mamma l’ha fatto. Ci guarda, ci sorride e ci saluta, dandoci un assaggio dell’atmosfera amichevole che avremmo trovato all’interno.

Chiusi i nostri averi nell’armadietto infiliamo al polso il braccialetto con la chiave, facciamo un bel respiro, scostiamo la tenda, ed entriamo nel ristorante. Prima però diamo un ultima’occhiata al foglio delle regole.

Davanti a noi si apre una piccola sala di 20 tavoli con bar in fondo. Seduti si voltano a guardarci signori di mezza età, soprattutto uomini, felicemente nudi. Si fa incontro Cédric Amato, uno dei pochi giovani, che si qualifica come vicepresidente dell’associazione naturista di Parigi e ci invita ad accomodarci.

Scegliamo un tavolo a centro sala, e subito trovo la risposta alla domanda più frequente fra i vostri commenti: come fa il ristorante a garantire l’igiene delle sedie su cui i clienti appoggiano il didietro? La risposta è nelle fodere blu scure che avvolgono ogni seggiola, dallo schienale ai piedi delle quattro gambe. Fodere che, ci garantisce il gemello Stephane, vengo lavate per ogni cliente.

Eccoci qua: con il sedere sulla sedia, il tovagliolo in grembo, e la Sirenona con i capelli sciolti a coprirle il seno. Posizionati così, ammettiamo che la nudità causa meno imbarazzo.

Arriva il menù, che di solito propone la formula antipasto+piatto o piatto+dessert a 39 euro, altrimenti antipasto+piatto+dessert a 49.

Ma questa serata, come ci hanno detto, è speciale, e in onore dell’associazione naturista c’è un’offerta antipasto+piatto+dessert a 30 euro. Questo ci permette di ordinare senza remore anche una bottiglia di vino rosso francese, che dopo i primi bicchieri ci fa sentire più a nostro agio. Le risatine, da isteriche, si fanno via via divertite.

Mentre aspettiamo i piatti si avvicina la troupe televisiva, formata da un operatore con telecamera e treppiede e una giornalista con microfono. Oltre ai camerieri, loro sono gli unici vestiti, e ci chiedono di rilasciare un’intervista. La Sirenona a farsi riprendere non ci pensa proprio. Io invece, per solidarietà con la collega giornalista, accetto.

In inglese le racconto che per noi è la prima volta nudi in pubblico, che prima di arrivare eravamo un po’ spaventati, ma che adesso ci sentiamo tranquilli, complice l’atmosfera serena, rispettosa e cordiale che pervade la sala. Mi chiede se non abbia paura di avere un’erezione, le rispondo che sinceramente, visti i presenti, non vedo il rischio.

Arrivano gli antipasti: escargot per me e carpaccio di salmone per lei. Buoni. Come portata principale scelgo un risotto, mentre la Sirenona opta per il pollo con polenta. Buoni anche questi. Finiamo con i dessert: brownie al cioccolato e crème brûlée. In generale, un’ottima cena.

Nel frattempo sulle onde del vino entriamo anche noi nel mood disteso degli altri commensali, e dimentichiamo a tratti di essere nudi. Io mi lascio andare a battutine poco eleganti sulla corporatura flaccida dei due anziani seduti dietro la Sirenona. Battute di cui, a fine serata, mi sarei intimamente pentito.

A un certo punto ci scappa da andare in bagno, che significa abbandonare il riparo del tovagliolo e fare una passerella nella sala con le pudenda in bella mostra. Vado io per primo, poi la Sirenona, e noto che alcuni maschi non riescono proprio a guardare nel loro piatto. Soffoco la gelosia pensando che fa parte del gioco.

Mentre finiamo la bottiglia chiamo il ben dotato Cédric, il vicepresidente, che mi spiega il pensiero dietro al naturismo. “È uno stile di vita per vivere in armonia con la natura, per rispettare se stessi e gli altri. Per sentirsi bene con il proprio corpo, condividere e liberarsi dalle ineguaglianze e dai pregiudizi veicolati dai vestiti. Puoi praticare il naturismo immerso nella natura, ma anche in spazi urbani come un ristorante o un bowling”.

Mi racconta che l’associazione organizza numerosi incontri naturisti, da frequentare rigorosamente nudi. Si va da spazi aperti come l’area riservata nel parco Bois De Vincennes – accessibile da aprile a ottobre – a spazi chiusi come una piscina, il ristorante, un bowling o addirittura un museo. “Per la visita al museo abbiamo chiuso le adesioni a 161, ma su Facebook abbiamo ricevuto più di 30mila richieste”. In Francia i naturisti sono più di due milioni e mezzo.

“Quando sei nudo è più facile condividere”, prosegue, “credo che ognuno se ne possa rendere conto. È più facile parlare con le persone. Se sei timido, quando sei nudo non lo sei più. È tutto più semplice. I primi minuti possono sembrarti difficili, imbarazzanti, ma poi ti sciogli e fila tutto liscio”. Parole che, dopo questa cena, sottoscrivo in pieno.

A conferma del fatto che nudi si è tutti più amici arrivano Rosemarie e Renato, i due anziani che avevo preso in giro sottovoce, i quali si alzano e ci vengono a conoscere.

Dicono di essere svizzeri, di Basilea, che praticano naturismo da anni ma è la prima volta che lo fanno in un ristorante. Chiedono di dove siamo, cosa ci abbia portati qui, e si complimentano per il coraggio di aver voluto provare. Insomma si mostrano adorabili, e io mi sento veramente una brutta persona. “Sarebbe bello se finita la cena ci si mettesse tutti in cerchio a chiacchierare”, sostengono prima di salutarci.

Il locale comincia a svuotarsi e riusciamo a fermare Stephane e Mike, i due gemelli che non hanno smesso un secondo di lavorare. Ci raccontano di aver avuto l’idea del ristorante dopo aver visto l’area naturista nel parco, e che prima di aprire l’attività si sono “allenati” a servire gente nuda nei campeggi, per capire se la cosa gli avrebbe dato fastidio.

“Viene gente da tutto il mondo”, dice Mike, che racconta di come il successo del posto gli sia esploso in mano. “Vengono dal Brasile, dalla Cina, tanti americani, belgi, olandesi, inglesi… Anche italiani. Per noi è come conoscere il mondo senza mai spostarci. Non ce lo aspettavamo, abbiamo dovuto imparare a parlottare inglese”.

Mentre ci rivestiamo nello spogliatoio, realizziamo che il tempo è volato. Sono state tre ore e mezza bizzarre, cominciate con imbarazzo e concluse con soddisfazione.

Il ristorante è pulitissimo, il cibo è buono, la gente è simpatica e c’è un clima di grande convivialità. È proprio vero che stare tutti nudi stimola a socializzare. E poi non capita spesso di cenare al ristorante senza che il richiamo dello smartphone disturbi la conversazione.

Alessandro Minissi è su Instagram

You see the post Nudi al ristorante: vi racconto la mia pazza cena al locale naturista di Parigi Does it fix the problem you’re looking for? if not, please comment more on Nudi al ristorante: vi racconto la mia pazza cena al locale naturista di Parigi below so that Game AVEC can change & improve the content better for you guys! Thank you for visiting Game AVEC Website

Remember to source this article: Nudi al ristorante: vi racconto la mia pazza cena al locale naturista di Parigi của website avec.edu.vn

Categories: Trending

READ:  Robbie Williams completely naked on the cover of Attitude

Leave a Comment